venerdì 29 maggio 2009

"Spinacine" di amaranto



L’amaranto è un seme eccezionale, anzi di più: non è un cereale quindi è senza glutine (appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee
come quinoa e spinaci), è ricchissimo di calcio, ferro e vitamine (100 grammi contengono più calcio dello stesso peso di latte vaccino!), ha un profilo amminoacidico ottimo rispetto ai classici cereali ed un elevato contenuto proteico (il 15%, niente male!) altamente assimilabile.
Il difetto sono le dimensioni: si tratta di un chicco veramente piccolissimo, molto duro, che richiede lunga cottura (perlomeno rispetto alle dimensioni: 20 minuti in pentola a pressione). Le dimensioni microscopiche e la “collosità” del prodotto cotto lo rendo talvolta difficile da usare in cucina.
Propongo un modo veloce per presentarlo, sopratutto ai bambini, talvolta poco attratti dalla sua consistenza.
Ho usato dell’amaranto ben cotto, mettendolo nel frullatore assieme ad un poco di spinaci freschi (per le dosi, veramente ad occhio! Chiedo venia, ma non ce la farei a pesare le foglie di spinaci!), olio, sale e una punta di curcuma, lievito alimentare in scaglie e germe di grano, infine un poco di pangrattato (per rendere più asciutto l’impasto). Ho frullato il tutto per macinare un poco i semini, dal momento che spesso i bambini piccoli hanno difficoltà a digerirli interi e si ritrovano nel pannolino!
Una volta ottenuta la consistenza desiderata, ungendo o bagnandosi le mani, ho formato dei “dischetti”, li ho passati nel pangrattato e li ho cotti in padella antiaderente con pochissimo olio. E’ possibile prepararli in anticipo e scaldarli al bisogno.
Per migliorare la consistenza avrei voluto aggiungere una patata bollita schiacciata, ma ero sprovvista ed ho fatto senza; è stato un po’ più difficile lavorare l’impasto, poiché, fino a quando non è ben cotto, rischia di rompersi, ma ultimata la cottura la consistenza era comunque perfetta.
Queste spinacine sono venute buone, sono facili da fare e da “accompagnare” ed ogni modo diverso per proporre l’amaranto merita un post!

sabato 23 maggio 2009

Semifreddo alla carruba (crudo)


Gnam gnam gnam!
Il primo dolce crudista della mia vita è stato un successo! E la cosa più bella è che non ce nulla di più facile! Nessuno può sbagliare la lievitazione ;)
Rimando, per i riferimenti bibliografici (vedi libro di Sara) al post precedente!
Non so dare indicazioni precise sulle dosi, ma credo sia veramente difficile “sbagliare”: ho messo a mollo un pugno di anacardi, un pugno di noci del brasile ed ho aggiunto semi di girasole. Dopo un paio d’ore ho scolato bene i semi ammorbiditi e li ho messi nel frullatore con un cucchiaio di farina di carruba ed uno di sciroppo d’acero. Ho frullato il tutto spingendo giù con una spatola quando si incollava alle pareti e, per frullarlo meglio, ho aggiunto un poco di latte di mandorle home made.
Ottenuto un composto più o meno omogeneo, ma con ancora “pezzetti” visibili, l’ho spalmato per bene sul fondo di una teglia (coperta con carta da forno bagnata e strizzata).
A questo punto ho ficcato la teglia nel freezer. Il giorno successivo ho frullato 2 banane ben mature con un cucchiaio di farina di carruba. Scoperta! Illuminazione! Estasi!
Volevo usare avocado al posto delle banane, copiando una ricetta di Robo, ma caso vuole che i negozi dalle mie parti ne fossero tutti sprovvisti, convincendomi a ripiegare sulle banane anziché attendere il giorno successivo. La banana frullata con carruba è una delizia! Credo che la rifarò spesso e volentieri per farne un semplice, ma magnifico dolce al cucchiaio! Mi sono leccata i baffi (e tutto il frullatore, tranne le lame)!
Tornando al mio semifreddo: ho cosparso la base congelata con la crema di banane ed ho rimesso il tutto in freezer un’oretta, il tempo di preparare cena e mangiare.
Questo dessert è ottimo!
La cosa più bella è che si può riporlo in freezer e quindi si conserva parecchio (anche se viene voglia di mangiarlo tutto subito). Affinché la crema non sia troppo congelata e quindi difficile da mangiare, è sufficiente tirare fuori la fetta dal freezer qualche minuti prima, oppure metterla in frigorifero prima di iniziare il pasto.

giovedì 7 maggio 2009

Antipastino crudista


Non sapevo che nome dare a questa sfizioseria, naturalmente nata grazie al libro "Solo crudo" di MissVanilla.
Ho fatto un misto tra la ricetta dei crackers alla pizzaiola e quella per la pizza, insomma, come al solito ho improvvisato...
Ho messo a mollo per una notte una tazza di semi di lino con mezza tazza di semi di sesamo (in una tazza di acqua mi pare), ed al mattino ho messo il tutto nel frullatore, assieme ad una manciata di pomodori secchi, ed una zucchina chiara. Ho aggiunto gradualmente un poco di acqua per frullare bene il tutto.
Raggiunta la consistenza di una pappa densa e collosa (grazie ai magici semi di lino!), ho steso l'impiastro sulla teglia per pizza coperta da carta da forno. L'idea originale infatti era proprio quella di fare la base per una pizza crudista .
In realtà ho steso l'impasto un po' troppo sottile e quindi non sono riuscita a raggiungere la consistenza voluta, comunque...
Tornando a noi, ho infilato la teglia nell'essicatore e l'ho lasciato acceso tutto il giorno fino a sera tarda; poi ho spento l'essicatore, ma vi ho lasciato dentro la teglia fino all'indomani.
Con la rotella da pizza ho tagliato la mia pizzona in rettangolini.
Ho frullato una tazza di semi di girasole (dopo averli messi a mollo un'oretta) con sale, pepe e origano.
Infine ho decorato le mie "pizzette" con foglioline di insalata e le ho guarnite con la crema di girasole. Volevo metterci anche qualche pomodorino fresco, ma ero senza :-P
Uno sproloquio infinito per arrivare qui: buone! Nonostante il fatto che non so cosa fossero erano buone :D

venerdì 1 maggio 2009

Pane alle mandorle


Faccio spesso il latte di mandorle e così mi ritrovo un sacco di poltiglia di mandorle. I modi per "smaltirla" sono molti: polpettine crudiste, creme, talvolta semplicemente ne aggiungo qualche cucchiaio a fine cottura nei contorni di verdura (rendono cremoso e saziante un semplice piatto di verdure stufate). Ogni tanto, dopo aver rinfrescato la pasta madre, ne approfitto e butto la poltiglia di mandorle (ottenuta dalla frullatura di 100 grammi di mandorle in acqua) assieme alla farina. Non cambio le proporzioni tra farina (qualunque essa sia)e pasta madre: 1:3 di solito, quindi 200 g di pasta madre, 600 g di farina (nella foto ho usato semola di grano appena macinata: grazie ancora Annalisa!!!) e 100 g di qualcos'altro. Infatti non riesco mai a fare pane semplice, ci aggiungo sempre semi o poltiglia di frutta secca avanzata dalla produzione di latte vegetale: in questo momento sta lievitando un pane con farina di lenticchie (???? prima volta che mi viene in mente!).
Il pane con la poltiglia di mandorle è molto buono, leggermente più compatto di un pane di sola farina, ma perfettamente lievitato, soprattutto perchè spesso aggiungo alle mandorle fichi secchi, che quindi sono in poltiglia con le mandorle, apportando zuccheri semplici che piacciono ai miei amici batteri!
Siccome uso spesso il pane per la colazione, metto a lievitare l'impasto nello stampo da plum cake e lo lascio al tiepidino nel forno (spento) con la lampadina accesa. Dopo tre o quattro ore accendo il forno, in modo che l'aumento di temperatura favorisca un'ultima lievitata e faccio cuocere a 200°C per 60 minuti circa.
Da un punto di vista nutrizionale, questo pane risulta arricchito in fibre, proteine, sali minerali e sicuramente l'indice glicemico sarà inferiore.
La forma a plum cake lo rende perfetto per farne fette da tostare, ottime anche dopo qualche giorno, quando il pane comincia a perdere fragranza!