L’amaranto è un seme eccezionale, anzi di più: non è un cereale quindi è senza glutine (appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee
come quinoa e spinaci), è ricchissimo di calcio, ferro e vitamine (100 grammi contengono più calcio dello stesso peso di latte vaccino!), ha un profilo amminoacidico ottimo rispetto ai classici cereali ed un elevato contenuto proteico (il 15%, niente male!) altamente assimilabile.
Il difetto sono le dimensioni: si tratta di un chicco veramente piccolissimo, molto duro, che richiede lunga cottura (perlomeno rispetto alle dimensioni: 20 minuti in pentola a pressione). Le dimensioni microscopiche e la “collosità” del prodotto cotto lo rendo talvolta difficile da usare in cucina.
Propongo un modo veloce per presentarlo, sopratutto ai bambini, talvolta poco attratti dalla sua consistenza.
Ho usato dell’amaranto ben cotto, mettendolo nel frullatore assieme ad un poco di spinaci freschi (per le dosi, veramente ad occhio! Chiedo venia, ma non ce la farei a pesare le foglie di spinaci!), olio, sale e una punta di curcuma, lievito alimentare in scaglie e germe di grano, infine un poco di pangrattato (per rendere più asciutto l’impasto). Ho frullato il tutto per macinare un poco i semini, dal momento che spesso i bambini piccoli hanno difficoltà a digerirli interi e si ritrovano nel pannolino!
Una volta ottenuta la consistenza desiderata, ungendo o bagnandosi le mani, ho formato dei “dischetti”, li ho passati nel pangrattato e li ho cotti in padella antiaderente con pochissimo olio. E’ possibile prepararli in anticipo e scaldarli al bisogno.
Per migliorare la consistenza avrei voluto aggiungere una patata bollita schiacciata, ma ero sprovvista ed ho fatto senza; è stato un po’ più difficile lavorare l’impasto, poiché, fino a quando non è ben cotto, rischia di rompersi, ma ultimata la cottura la consistenza era comunque perfetta.
Queste spinacine sono venute buone, sono facili da fare e da “accompagnare” ed ogni modo diverso per proporre l’amaranto merita un post!