Davvero!
E allora ne approfitto, parliamone :-)
Parto dalla fine, cioè la morte sua: avevo una mooncup, da un paio d'anni occhio e croce, e come al solito l'ho messa a bollire in apposito pentolino per igienizzarla (non serve una sterilizzazione vera e propria!). Peccato che poi sono uscita ed il pentolino è rimasto sul fuoco.
Acqua che evapora.
Altra acqua che evapora.
Mi è già capitato e fintanto che il livello dell'acqua si abbassa, ma ne rimane sul fondo, la coppetta non sembra patire.
Stavolta l'acqua si è volatilizzata del tutto :-P
Quando me ne sono accorta, c'era uno strato di polvere scura, ma finissima che era "volato" letteralmente per tutta la cucina, posandosi sulla cappa, sulle presine, sugli interruttori, sul frigo...
La coppetta, bè, in qualche modo era ancora lì: la forma era lì. L'idea liofilizzata di coppetta era lì. Marroncino chiaro e dall'aspetto vellutato, ma la forma era la sua!
Toccata con un dito la magia si è dissolta: polvere il silicone è tornato. Polvere finissima, talmente fine che a sciacquare il pentolino sotto l'acqua la polvere non si bagna e vola via. Era quasi poetica.
Ma pensando ai polmoni la finestra è stata spalancata e ogni superficie pazientemente pulita. Ciò che è uscito dalla mia bocca in quel frangente non si può ripetere...
Raccontatane la morte, racconto anche che sono corsa on-line ed ho seduta stante riacquistato il diabolico affarino nel giro di un battito di ciglia, tanto mi ci sono trovata bene!
Questa volta ho preso una fleurcup, incolore (schiccoso il rosa, ma i coloranti non mi convincono, tanto chi la vede?), dal momento che è la meno cara sul mercato (a quanto mi risulta).
Non l'ho ancora provata, ma sembra più morbida della mooncup, il che potrebbe essere un vantaggio per tutte colore che hanno difficoltà con l'inserimento.
Credo sia inutile spendere tante parole sul perchè convenga la coppetta, lascio parlare il grafico tratto dal sito che ho già linkato!
Diario di una famiglia che mangia vegetale, di ricette, decrescita e genitorialità naturale
domenica 9 gennaio 2011
giovedì 6 gennaio 2011
Recensione! L'orto dei germogli.
Il libro "L'Orto dei germogli", di Grazia Cacciola (Erbaviola ;-)), edizioni FAG, era sfuggito alla mia attenzione.
Avevo letto i suoi altri lavori (Grazia: ma quanto scrivi?!!!), ma di questo, non so perchè, non avevo sentito parlare.
Riceverlo in dono da Erbaviola stessa-medesima è stato un grande onore, oltre che uno dei più graditi regali di Natale!
Io adoro i germogli e il solo titolo mi ha mandata in visibilio! L'orto dei germogli!
Perchè è vero!
Per tutti coloro che non hanno giardino e magari nemmeno balconi (a me è capitato e non potevo usare i davanzali causa gatti che distruggevano tutte le aromatiche che mi ostinavo a provare a coltivare), la coltivazione dei germogli non è altro che la creazione di un orto in miniatura, e che orto: produttivo, semplice, efficiente, magico!
Ed a prova di gatti con pochi accorgimenti ;-D
Io ho raccontato la mia esperienza con i germogli qui.
Ed ho letto in passato un altro libricino sui germogli.
Ma questo è decisamente più completo, e attento all'aspetto pratico: oltre ad approfondite schede specie per specie, c'è una ricca parte introduttiva in cui sono affrontati in modo esauriente tutti gli aspetti, dalla scelta del germogliatore (con una descrizione di tutte le tipologie in commercio), all'autocostruzione dello stesso, all'importante e spesso non sufficientemente sottolineata (anzi, diciamola tutta, quasi mai!) necessità di una buona igiene dell'attrezzatura!
Come ho già accennato ogni specie vegetale germogliabile è descritta in dettaglio, con nome latino per identificare senza strafalcioni la specie botanica in questione (quanta confusione si fa a volte tra soia verde, fagiolo mung e azuki?), descrizione del seme, dei tempi di ammollo e, indicativamente, dei tempi di germinazione, oltre che ovviamente delle proprietà nutrizionali.
Nonostante le schede possano sembrare ripetitive (perchè i germogli sono tutti ricchi in nutrienti!) è bene fare attenzione perchè si celano sorprese! Io ho scoperto che i germogli di grano saraceno è meglio non consumarli crudi e dal momento che credo di averne anche postato qui un paio di ricette, faccio mea culpa e spero di non aver avvelenato nessuno (scherzo, i danni sono comunque inputabili ad un consumo regolare, ma meglio essere prudenti ed evitare tossine inutili ;-)).
Il libro si conclude con una sezione dedicata alla soluzione dei problemi più frequenti e ad una tabella che riassume i tempi di ammollo e germinazione per tutte le specie, indicando per ognuna anche l'eventuale necessità di consumo previa cottura.
Infine, quasi dimenticavo (!!!) c'è una sezione dedicata a ricette di ogni tipo con varie qualità di germoglio!
Per leggere una seconda recensione (altrettanto positiva direi) e vedere la realizzazione di una ricetta tratta dal libro, andate qui!
In definitiva, lo consiglio caldamente :-D
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