martedì 30 marzo 2010

L’alimentazione di Nicolò: tiriamo le somme dello svezzamento a 3 anni.


Ho appena controllato le nuove tabelle OMS con le curve di crescita. C’è una parte di me che ancora non si è arresa e subisce l’imprinting del vitello: i bambini vanno pesati e misurati, quasi che il loro valore andasse a peso!
Quel che mi chiedo è: più il bambino è grande e meglio è? Più è cicciotto e più è sano? Più cresce in fretta e meglio è?
La risposta a queste domande per me è una sola: NO.
Non sto dicendo che i bambini grandi non siano sani, ma voglio parlare della crescita.
I punti fermi sono che normalmente bambini che nascono troppo piccoli hanno maggiori rischi di andare incontro ad alcune patologie da adulti, ma lo stesso vale per i bambini troppo grandi. Il dato interessante è che una crescita troppo rapida aumenta i rischi nel bambino “piccolo” anziché diminuirli.
Venendo alla mia esperienza, Nicolò non è mai stato una cima, è nato di 2 kg e 950 grammi, lungo credo 49 cm. Quindi partenza nella norma, ma piccina.
La sua crescita poi è sempre stata regolare e continua, cosa che lo ha portato ad essere ancora oggi nella norma, ma sul piccolino andante (un poco sopra il 15° percentile credo).
Devo ammettere che, come tutte le madri immagino, la mania di pesare e misurare è una sorta di conferma. Dal pediatra alle visite di controllo sembra di fare il tagliando! E quando si ha scelto una alimentazione per il pargolo così lontana dallo schematico (e misero) foglietto di linee guida che viene dato dai pediatri, ogni variazioni da quelle che sono considerate le ottimali caratteristiche della crescita (intellettiva, fisica, ecc.) viene vissuta come un giudizio.
Se io seguissi le indicazioni alimentari correnti, sono certa che vedendo Nicolò “piccolino” la gente mi chiederebbe com’è il padre (che infatti non è una montagna ed ha ossatura molto fine), come ha fatto il pediatra Proietti, all’ultima visita di controllo, ma solo dopo avermi detto che la crescita dell’ultimo anno era ottima e di proseguire come stavo facendo.
Invece adesso ogni volta che sento lo sguardo su di lui, ogni volta che al parco arriva qualche bimba della sua identica età e che mi sembra una “cavallona” in confronto al mio topo, il pensiero vola al cibo: cresce poco per mancanza di ferro? B12, no quella la integro! Calcio: ma va là, con tutti gli yogurt arricchiti e il tahin che si sbafa...
Parla poco e ancora non sa dire alcune lettere: sarà che sente due lingue ed ogni bambino è diverso, no? E invece il pensiero, viscido, si infila, e cerco di fare mente locale a quanti cucchiaini di semi di lino dimentico di dargli ogni settimana, andando nel pallone per gli omega3.
Ora basta! Quando questi pensieri cominciano a rendermi ortoressica per lui, io che ho sempre mangiato in scioltezza, con l’unico cruccio di qualche chiletto che sempre torna perchè sono una dipendente psicologica dai fuoripasto nei periodi di stress, arriva il momento in cui mi riprendo da sola! fermati Isa! Ma sei paranoica? Ho letto più libri io sull’alimentazione della mia pediatra di sicuro; ho preso un master in nutrizione e dietetica; sono una biologa e due, ben due pediatri diversi (Proietti, più quella della mutua assolutamente non filo veg*) mi conferma ad ogni visita che Nicolò sta una favola! Accade raramente, perchè Nicolò dal pediatra fin’ora ci è andato solo per le sempre più rare visite di controllo di routine.
E quindi analizziamo i fatti: non si è MAI ammalato. Non so cosa sia l’influenza (le sue tre febbriciole da quando è nato non sono mai durate più di due giorni, sparite da sole); i raffreddori sono stati 4 in tutto, l’ultimo l’autunno scorso, col naso che cola per poco meno di una settimana, ma mai chiuso. Non so cosa siano otiti, bronchiti, catarri, tosse. Sta sempre bene. E’ sempre fuori anche in inverno. Mai messi cappelli e cappellini, nè mai indossata una sciarpa (i guantini sì, ma solo per la nanna nel passeggino, stando fermi).
In tutta sincerità, se lui avesse una se pur minima carenza, possibile che sia più forte di tutti gli altri bambini che conosco? Io non so se sta tanto bene grazie a quello che mangia, ma so per certo che se ciò che mangia non fosse adeguato alla sua vita al limite dovrebbe essere più debole e delicato, non il contrario!
Com’è andato lo svezzamento? Bene, sono partita calma, ho proseguito calma (facendo affidamento sul latte formulato visto che purtroppo i tanti errori inconsapevoli che ho commesso mi hanno portata ad interrompere l’allattamento al seno a sei mesi), con l’unico accorgimento di variare i cereali e inserire quotidianamente i legumi, senza mai lesinare sui grassi (olio evo e creme di sesamo, mandorle, nocciole, ecc.).
Dall’età di due anni circa Nicolò ha cominciato a mangiare proprio come mangiamo noi (era un pigrone e fino ai 18 mesi suonati ha preteso tutto frullato o passato ;-)). Grazie a lui abbiamo ulteriormente ridotto il sale anche noi adulti. Raramente uso lo zucchero, solo nei saltuari dolci, di cui comunque lui non è affatto eccessivamente goloso, anzi, devo dire che è difficile da soddisfare! Adora lo yogurt di soia. Mangia volentieri riso, quinoa, miglio, avena, ecc. Mangia bene le verdure e adora la frutta fresca.
Ultimamente sta facendo qualche capriccio a tavola e spesso rifiuta le cose che preparo. All’inizio mi faceva francamente imbestialire, ora la prendo con più filosofia e mi dico che forse vuole solo far valere la sua indipendenza e farmi sentire che è lui che decide di sè stesso. E ha ragione :-)
L’accordo positivo che abbiamo raggiunto è che, quando non vuole quello che ho cucina, mangia una fetta biscottata col tahin, o un po’ di frutta e lo yogurt. Non muore di fame. O non ripiega su schifezze (che del resto praticamente non conosce), quindi direi che non devo lamentarmi.
La forma fisica è strepitosa: cammina un sacco, corre, si arrampica. E’ un nanetto energico!
Fuori casa è vegetariano: abbiamo deciso che per ora è importante che non si senta escluso o troppo strano e poi tanto sarà lui a decidere di sè stesso quando ne avrà voglia. L’alimentazione di tutti i giorni è vegan.
Ultimamente adora i noodles, sia di grano che di riso. Mangia volentieri le alghe! Le due cose per cui non impazzisce sono i legumi (se non sotto forma di passata o polpettine, devo cammuffarli un po’) e le cruditè: per lui non è ancora arrivato il momento per insalate e verdure crude, non ne apprezza ancora la consistenza. Spero che vedendo invece quanto noi ne mangiamo l’abitudine venga ugualmente assimilata, per proprietà transitiva! :-D
Da poco ho assunto la moderazione della sezione “Vegetarismo e veganismo nell’infanzia” di ForumEtici. Ho pensato a lungo a quanto io sia convinta delle mie scelte prima di sentirmi in grado di dispensare consigli agli altri. Ora sono giunta a due conclusioni. La prima è che l’alimentazione prevalentemente vegan sia assolutamente appropriata anche per un bambino (ce l’avevo già, questa convinzione, ma la metto in discussione ogni giorno ed ogni giorno me ne convinco, almeno per il momento!) e la seconda è che bisogna vivere la crescita dei nostri figli senza tante paranoie. In realtà sbagliare di grosso è difficile. Non bisogna avere il terrore di commettere errori irreparabili. Se non si fanno problemi (e dovrebbero!) quei genitori che vedo dare patatine e snack salati, coi coloranti ed esaltatori di sapidità a bambini di meno di un anno, è assurdo che me li faccia io; faccio le cose coscienziosamente, ma la paranoia porta ad altrettanti “errori”, per lo meno in termini di serenità.
Noi qui a discutere su quante volte a settimana sia lecita la soia, quando in Asia la bevono tutti i giorni e rientra nei pasti quotidiani di molti bambini, anche non vegetariani.
Non dico che bisogna smettere di informarsi e di controllare cosa dicono gli studi e la scienza, sulla soia, per stare in tema, ma ricordiamoci che è cibo. Purchè si dia cibo vero, di qualità.
Ne approfitto per segnalare anche qui l’uscita del libro “La cucina etica per mamma e bambino”, edizioni Sonda, che finalmente può andare incontro alle mamme veg* di tutta italia (e sì, oggi lo scrivo minuscolo, non è un errore) e rispondere alla domanda “sì, ma in pratica cosa fare da mangiare”?
:-)

lunedì 22 marzo 2010

Crema di cannellini con alghe dulse


Desideravo provare a dare un tocco di sapore “esotico” ad un classico tra i classici: la crema di fagioli cannellini.
I cannellini sono teneri, dal sapore delicato. Cuociono abbastanza in fretta (dopo debito ammollo, come sempre per i legumi secchi). La ricetta può essere personalizzata con più o meno spezie, soffritto, ecc.
In questo caso ho semplicemente messo a mollo per una decina di minuti una manciata di alghe dulse. Poi le ho strizzate e fatte saltare brevemente in padella con un filo d’olio. A parte ho fatto tostare un cucchiaio di semi di sesamo, che ho mescolato alle alghe a fine cottura. I più intrepidi possono friggerle le alghe! Io per le fritture sono negata...
Il sapore delle alghe trovo si sposi perfettamente con quello più delicato della crema e poi, fanno talmente bene che infilarle qui e là è un toccasana ;-)

mercoledì 10 marzo 2010

Torta alle nocciole


Questo è il tipico dolce di casa mia: semplice, non “pannoso”, non eccessivamente dolce, adatto per la colazione o la merenda, anche del bambino ;-)
Come sempre, è possibile arricchire la ricetta base, per esempio tagliando il dolce in due e farcendolo con una crema (di nocciole, al cioccolato, alla panna ecc.) oppure coprendolo con una glassa. Insomma, le possibilità per renderlo più ricco sono molte, ma a noi piace così com’è e sopratutto è piaciuto molto a Nicolò.
Ingredienti:
-1 tazza (250 ml) di nocciole sgusciate
-2 tazze di farina
-1 bustina di cremor tartaro
-2 cucchiai di farina di carrube
-2 tazze di latte di soia (meglio se alla vaniglia)
-4 cucchiai di zucchero integrale mascobado
Preparazione:
Per prima cosa nel frullatore ho sminuzzato il più finemente possibile le nocciole (fino ad ottenere quasi una farina). Questo perchè il topo odia i pezzetti duri, ma volendo è possibile tritarle più grossolanamente o meglio ancora tritarne grossolanamente una parte e più finemente il resto...
In seguito ho aggiunto (a questo punto sempre nel frullatore) gli altri ingredienti secchi: farina, cremor tartaro e carruba e zucchero.
Infine ho aggiunto il latte di soia. L’impasto risulta molto morbido, quasi liquido.
Io ho versato l’impasto in una teglia per dolci a forma di ciambella, la stessa quantità va bene per una teglia rotonda di dimensioni non eccessive (20-24 cm a seconda dell’altezza che volete ottenere).
Infornato in forno a 200°C per i primi venti minuti, poi ho proseguito la cottura ancora per dieci minuti abbassando la temperatura a 180°C. Ma ogni forno è diverso, il mio a gas non ventilato e con termostato di cui mi fido poco, quindi tenete d’occhio l’aspetto del dolce.
Questa torta ha un gradevole sapore di nocciola che non viene coperto dai due cucchiai di farina di carruba, buoni però per dare un gusto leggermente più “cioccolatoso”. La consistenza, in particolare, è a prova di bambino, perchè molto soffice e non fa troppe briciole ;-)
P.S. la foto è orripilante perchè ho fotografato l’ultima fetta rimasta, tagliata tutta storta... Perdonatemi!

lunedì 1 marzo 2010

Biscottini crudi ai fiocchi d'avena


E’ il mio primo tentativo di biscotti raw. Non sono perfetti, ma facili e veloci, quindi va bene :-)
Ingredienti:
-50 grammi di nocciole sgusciate
-50 grammi fiocchi d’avena
-50 grammi di pasta di datteri
Procedimento:
Mettere a mollo per qualche ora le nocciole. Frullarle con circa 200 ml di acqua e poi filtrare il liquido con un colino fine. In questo modo otterete un bella tazza di latte di nocciole (che potete tenere da parte per la colazione) ed un po’ di poltiglia di nocciole che non ho pesato ;-)
Alla poltiglia ho unito i fiocchi di avena (nel mio caso, appena fatti e quindi crudissimi, vedasi questo post) e la pasta di dattero. Ho mescolato bene con le mani, in modo da riuscire ad amalgamare la poltiglia di dattero. Infine ho formato delle palline, che ho schiacciato tra le mani per appiattirle ed ho sistemato su carta da forno nell’essicatore. Le ho lasciate essicare tutta la notte.
Con questa quantità di datteri non diventano biscotti troppo duri, ma devo ammettere che i datteri coprono decisamente il sapore delle nocciole, cha apportano quindi grassi, umidità, vitamine e minerali, ma non certo il sapore :P
Voglio provare a farli versione alla carruba e lasciando qualche seme oleaginoso (che sia nocciola o altro) spezzettato grossolanamente.
Comunque, sono ottimi!