Credo che ormai tutti sappiamo come sia dilagante l'epidemia di obesità che sembra colpire i paesi industrializzati e che è tanto preoccupante, sopratutto poichè coinvolge sempre più anche i bambini e sempre più piccoli.
Purtroppo nei bambini obesi sono individuabili patologie e fattori di rischio che fino a poche decine di anni fa erano considerati esclusivi dell'adulto (dal diabete di tipo 2 all'ipertensione).
Allo stesso tempo mi capita di fare consulenza a persone che intendono perdere peso, il cui indice di massa corporeo (ed anche il semplice aspetto fisico) rientra nella norma.
L'eccessiva magrezza non è più salutare di un peso eccessivo e, più che altro, i desideri di magrezza solitamente rispondono a quella che è la nostra idea di bellezza e forma fisica.
Il rotolino di adipe localizzato, un leggero sovrappeso o un leggero sottopeso, non sono per forza indici di cattiva salute.
Seguendo un corso con Coursera mi sono imbattuta nel concetto di "health at every size".
L'obesità è indubbiamente correlata con molte patologie. Questo significa che è più probabile soffrire di tali patologie quando si è sovrappeso. Ma qual'è la soglia? Di quanto? E, penso io, non può essere più che altro che alcuni cibi spesso consumati da chi è sovvrappeso siano correlati con le suddette patologie, oltre che il peso in sè?
Osservando solo il BMI (body mass index, il famoso indice di massa corporea)si può compiere errori grossolani di stima: il 51% (più della metà!) degli adulti considerati sovrappeso e quindi a rischio risulta invece perfettamente sano dopo analisi più approfondita (sostanzialmente un esame del sangue); mentre bel il 24% dei soggetti considerati normopeso all'analisi ematica presenta invece fattori di rischio (dal colesterolo elevato a problemi di glicemia e via discorrendo).
Sottolineando ancora una volta come il chiletto "extra" o il rotolino antiestetico sono problemi legati esclusivamente allo specchio, come promuovere veramente la salute, più che una immagine o un peso "ideale"?
Concentrarsi sul peso rischia di essere psicologicamente impattante -sopratutto in una società dell'apparire come la nostra- senza essere realmente utile.
Le persone finiscono a fare diete iperproteiche, a spendere soldi in improbabili beveroni o integratori, nella speranza di fare pace con la bilancia. E tutto questo probabilmente per la salute fa più male che bene.
D'altro canto avere un aspetto tonico e sano non è garanzia di buona salute, come dimostrano i tanti sportivi stroncati anche in giovane età da infarti e ictus. Tutto il movimento del mondo ed avere gli addominali a tartaruga non significano per forza avere anche sangue fluido e organi sani.
Sarebbe bene cercare, con uno sforzo collettivo, di mettere da parte il giudizio dell'altro sulla base dell'aspetto, anche quando si parla di salute e fitness.
Una persona sovrappeso, ma attiva e che conduce una vita sana, mangiando alimenti vegetali di buona qualità è molto più sana di un magro sedentario o che mangia senza ingrassare patatine e soda.
Così come una persona di costituzione fragile, non è detto che sia una anoressica e che sia magra "per colpa" della dieta vegan (è incredibile come di volta in volta l'alimentazione vegan sia accusata di far perdere peso o di ingrassare, a seconda dei casi).
Ognuno di noi ha un proprio peso forma, soggettivo, che non è detto corrisponda ai nostri canoni estetici e che di solito è anche un po' ballerino, nel senso che c'è un discreto range di chili in più o in meno perfettamente tollerabili senza conseguenze dal nostro organismo.
La scienza ci dice che è importante avere cellule sensibili alla glicemia, sangue fluido e ossigenato, colesterolo basso e buona presenza di antiossidanti. Se questo avviene in una taglia 40 o in una 46, onestamente, credo cambi poco.