Per i giovedì del libro di cucina, uno dei miei testi preferiti in assoluto: Phytoalimurgia pedemontana. Di Oreste Mattiroli. Blu Edizioni.
Per introdurlo, una piccola citazione dalla presentazione di questa nuova edizione:
"Corre l'anno 1918 quando lo scienziato-senatore del Regno affronta il drammatico tema della "fame da guerra" con piglio propositivo e realistico, esce con disinvoltura dai confini del mondo accademico e prova a descrivere sistematicam,ente, per la prima volta in Italia, i vegetali che crescono spontaneamente intorno a noi e possono, in un modo o nell'altro, aiutare a riempire lo stomaco".
Capito? 1918 :-P
La prima parte del volume è una riproduzione fedele dell'originale di Mattiroli, con tanto di aneddoti raccolti a voce dall'autore su particolari utilizzi culinari delle varie piante.
La seconda parte è curata da Bruno Gallino e illustrata con le fotografie di Giorgio Pallavicini, ripercorre daccapo il testo, aggiornandolo (nome botanico delle piante, eventuali nuove o diverse scoperte sulla commestibilità, utilizzi medicinali, ecc.).
Le piante sono suddivise, capitolo dopo capitolo, secondo la parte commestibile oppure l'utilizzo che se ne può fare: si comincia con "I cauli metamorfizzati in magazzini di materiali nutritizi" e si termina con "I funghi, le alghe, i licheni", dopo essere passati per tutte le parti anatomiche delle piante ed i succedanei di tè e caffè, senza tralasciare le piante dalle quali si può ricavare olio.
Non ho molto da dire su questo libro, se non che è imprescindibile per chiunque sia appassionato di fitoalimurgia o di botanica o di raccolta delle spontanee. Un po' tutti, suvvia :-)
2 commenti:
Grazie! lo inserisco anche nella raccolta di fitoalimurgia :-D
Beh, ma che bellezza di libro! Lo cercherò!
Posta un commento